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Manfredini a ForzaSassuolo: “Ballardini è un maestro delle salvezze, a Sassuolo non sono riuscito a dare il meglio…”

Le dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni di ForzaSassuolo di Thomas Manfredini, ex difensore neroverde, arrivato nel primo anno del Sassuolo in Serie A

manfredini

Thomas Manfredini, ex calciatore di Sassuolo e Atalanta, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni di ForzaSassuolo. L’attuale tecnico de La Fiorita è arrivato in neroverde nel corso del mercato di gennaio 2014 e ha incontrato diverse difficoltà fisiche, ma nonostante questo la salvezza è stata raggiunta. Con lui abbiamo tratto tanti temi, dal rendimento di Acerbi all’annata a Bologna, fino agli anni migliori all’Atalanta.

SALVEZZA CON IL SASSUOLO NEL 2013/14. “Certamente la salvezza è stata una cosa super positiva per il Sassuolo visto che era il primo anno in Serie A. Io sono arrivato nel mercato di gennaio insieme a tanti altri, e la società aveva ben chiaro l’obiettivo. Io venivo da buone annate a Bergamo e a Genova, ma a causa di problemi fisici non sono riuscito a dare meglio. C’è stato anche qualcosa con l’allenatore (Malesani e poi Di Francesco, ndr) che non mi ha permesso di esprimermi come volevo e come voleva la società”.

MANFREDINI SU ACERBI. “Penso che le parole giuste le abbia usate lui in questa sua ascesa. Dopo la malattia ha avuto un’altra gestione della sua vita. Sicuramente aveva grandi potenzialità, quello che gli mancava era probabilmente la completa dedizione al calcio e l’ha ottenuta. L’ho sentito qualche giorno fa e gli ho fatto dei grandi complimenti perché è da tanti anni tra i migliori difensori italiani ed europei. Sta dimostrando di poter essere uno dei difensori migliori in circolazione, anche se purtroppo la sua età un po’ lo condanna”.

DIFENSORI PER L’EUROPEO. “Io penso che il gruppo Inter con Bastoni, Acerbi e Darmian sia un buon punto di partenza. Scalvini fa parte dei giovani importanti, la vecchia guardia manca ma Spalletti sta puntando su motivazioni particolari. Ci sono giocatori in difesa che possono fare bene, come Di Lorenzo, però io partirei dal blocco Inter, anche se ci sono altri giocatori molto forti”.

SALVEZZA DEL SASSUOLO. “Io ho avuto la fortuna di avere Ballardini e ci siamo salvati a Genova. Lui è un maestro del raggiungimento di un obiettivo difficile come può essere la salvezza. Molte volte ci è riuscito e spero che riesca a dare le giuste motivazioni ai giocatori. Sarebbe un peccato buttare via la salvezza dopo quello che il Sassuolo ha costruito in questi anni, è in una società veramente sana. Glielo auguro, ma ci sono tante squadre in lotta e si viaggerà su un filo sottile, che farà la differenza”.

MANFREDINI A BOLOGNA. “Da ferrarese Bologna l’ho sempre vista come una città affascinante, anche perché a differenza della SPAL è stata molto anni in Serie A e ci sono stati grandi campioni. Quell’anno lì sono stato veramente felice di poter vestire quella maglia. Dovevamo lottare per la Serie A, ma Napoli, Juventus e Genoa hanno fatto un campionato a parte ed era difficile arrivare in alto. Bologna è una piazza unica e si vede anche adesso quanta passione hanno per il calcio. Si divide un po’ con il basket, ma il calcio ha dato grande entusiasmo all’ambiente. Ero a vedere Atalanta-Bologna e si è visto un organico e una dirigenza in cui si è costruito qualcosa di importante”.

COM’È VIVERE UNA RETROCESSIONE? “Era la prima volta che retrocedevo ed è stato un anno difficile (stagione 2009/10, ndr). A Bergamo c’era una mentalità diversa, in quegli anni lì la salvezza era un obiettivo ma c’è sempre l’alternanza tra B e A. Quasi tutti i giocatori migliori dovevano andare in grandi squadre, c’era una grande valorizzazione del settore giovanile, ma in prima squadra non c’era la voglia di costruire qualcosa di grande. Quell’anno lì abbiamo vissuto una situazione con tanti infortuni e un po’ di sfortuna. Abbiamo avuto un allenatore importante come Conte, ma da noi forse ha avuto qualche problema di troppo. Ci tengo a ricordare i momenti belli perché a Bergamo ce ne sono stati tanti e le annate all’Atalanta mi hanno permesso di rilanciarmi nel calcio che conta”.

ATALANTA IN CHAMPIONS LEAGUE A GASPERINI. “Pensare alla Champions è difficile, anche perché gli obiettivi a Bergamo erano di raggiungere una salvezza tranquilla. Con Delneri e Colantuono ci siamo riusciti però da quando Gasperini ha messo mano alla squadra c’è stato un cambio di marcia. Hanno creato qualcosa di unico e anche a Genova aveva fatto grandi percorsi. Per me Gasperini è tra i migliori al mondo è innovativo perché ha portato qualcosa di unico in Italia e tanti lo stanno seguendo. A Bergamo ha avuto la possibilità di gestire tanti giocatori e programmare sui giocatori più funzionali. Una volta c’erano le sette sorelle, ma credo che di diritto l’Atalanta faccia parte delle migliori squadre d’Italia”.

DESIDERIO DI COMINCIARE AD ALLENARE. “Quando mi sono rotto il tendine d’Achille a Vicenza, non sono più riuscito a calcare i campi da gioco come prima. Questa cosa l’ho sofferta perché non ho avuto modo di prepararmi e mi sono allontanato come rifiuto, senza farlo apposta. Più passava il tempo e più mi accorgevo che mi mancavano le emozioni e l’adrenalina. Ho voluto provare a rientrare e mi sarebbe piaciuto fare l’allenatore, mi sono trovato bene e mi piace. Spero di avere la possibilità di crescere e intanto di vincere qualcosa qua dove sono adesso (La Fiorita, ndr)”.

Foto: sassuolocalcio.it

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