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Pomini a ForzaSassuolo: “Per il Sassuolo sarà un anno complicato, su Magnanelli non avevo dubbi”

Le dichiarazioni in esclusiva a Forzasassuolo dell'ex portiere neroverde Alberto Pomini, che da qualche mese ha lasciato il calcio giocato dopo l'ultima esperienza con la maglia della SPAL

pomini

Alberto Pomini, ex portiere del Sassuolo, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni in cui ha analizzato diversi temi. Dalla stagione del Sassuolo, al suo ex capitano Magnanelli, passando anche per Eusebio Di Francesco. Andiamo a leggere quello che ci ha raccontato l’ex estremo difensore neroverde, che ha lasciato il mondo del calcio a fine agosto.

SASSUOLO. “Questo per il Sassuolo sarà un anno complicato perché dovrà sudarsi la salvezza, dovrà lottare. Mi auguro che si salvi, come l’anno scorso quando hanno compensato un brutto girone d’andata con un ottimo girone di ritorno. Ci sono tante scommesse giovani, con poca esperienza in Serie A, quindi sarà comunque complicato. Sicuramente cresceranno, conoscendo il mister”.

GIOCATORE CHIAVE OLTRE A BERARDI. “Consigli ti sta guidando la difesa e ti porta esperienza, e l’anno scorso quello che ha tenuto in piedi le cose insieme a Berardi è stato Laurienté, che ti può creare l’uno contro uno sulle fasce. Gli altri si devono amalgamare nel collettivo”.

CONSIGLI O CRAGNO. “Bisogna vedere le dinamiche degli allenamenti, e dipende molto anche dal periodo. Personalmente credo che Dionisi abbia dato un segnale, che ha responsabilizzato anche maggiormente Consigli. Immagino che la gerarchia sia definita, poi è chiaro che durante la stagione verranno fatte delle valutazioni anche in base al periodo. Consigli non avrà difficoltà a gestire i moment difficili, e ha avuto anche più responsabilità rispetto a quelle che ha avuto negli ultimi anni”.

MAGNANELLI. “Non avevo dubbi sul suo impatto alla Juventus, le sue qualità umane e tecniche non mi mettevano dubbi. So che sta facendo bene, ma non si sorprende, parlando da sassolese qualcuno può esserci rimasto male, ma dato che vuole diventare allenatore, è uno step che può solo farlo migliorare, a fianco di uno dei migliori allenatori in Italia, Allegri. Non è una scoperta, sono contento per lui e sapevo che avrebbe fatto così bene”.

DI FRANCESCO. “Ha cominciato molto bene, meglio non parlare troppo bene perché magari porta sfortuna. Ho un rapporto speciale, abbiamo vinto un trofeo e mi è dispiaciuto che dopo l’esonero a Roma non abbia trovato la chiave per continuare. Qualche scelta per mancanza di mercato, come alla Sampdoria o qualche volta in cui non si è adattato bene alla situazione, gli hanno portato qualche difficoltà. Ma da un anno all’altro non ci si dimentica di come si fa l’allenatore. Magari ha dovuto adattarsi a ripartire e quest’anno i risultati gli stanno dando ragione, ma il Frosinone dovrà lottare per salvarsi. Quando ti capitano le serie negative, fai presto a tornare giù, anche dopo gironi d’andate al di sopra delle aspettative. Magari anche il fatto di aver ritrovato Angelozzi, ha un rapporto di affinità maggiore”.

FAVORITA PER IL TITOLO. “Penso che la Juve e l’Inter, soprattutto i nerazzurri. La Juve senza le coppe potrà concentrarsi magari più sul campionato. Poi ci metto dentro anche il Milan e il Napoli, le squadre che si sono giocate lo Scudetto negli ultimi anni. Anche la Roma ha fatto una squadra, anche se non è partita bene. C’è anche la Lazio, nonostante si sia indebolita forse senza Milinkovic-Savic. La Juve può fare qualcosa in più senza le coppe, poi anche l’anno scorso senza penalità era arrivata vicina all’Inter, ha fatto semifinale di Europa League, e nonostante le critiche i risultati Allegri li ha portati a casa”.

SCAMACCA. “Io te ne parlo di quando lui giocava ancora nella Primavera. Quello che mi aveva sorpreso, era la sua fisicità fuori dal comune. Poi anche tecnicamente era più avanti rispetto ad altri, ma io ti parlo di sette anni fa. Poi ha fatto un po’ fatica quando è stato catapultato nel mondo dei grandi. Non ha avuto quella crescita immediata, è un attaccante completo adesso e di prospettiva. Andare in Inghilterra gli ha anche magari dato uno spessore internazionale in più, ma deve diventare un bomber da tanti gol. Non ha mai fatto ancora i gol di Immobile per esempio, ha bisogno di diventare continuativo in zona gol”.

SPAL. “Ferrara è una piazza meravigliosa, in cui sono stato benissimo per due anni. A livello sportivo, sono stati anni complicati perché venivi dalla retrocessione e da un anno fallimentare in Serie A in ci dovevi tornarci subito e non ci sei riuscito. Avevamo una squadra di tutto rispetto, ma probabilmente non c’era quella stabilità che ti permetteva di rendere al meglio in campo. Errore da attribuire ai giocatori, non voglio incolpare la società. L’anno scorso, siamo retrocessi e la retrocessione è coincisa con le ultime partite della mia carriera. Le ho potute vivere in campo da protagonista ed essere in campo a 42 anni è un motivo d’orgoglio. Chiudere in una piazza così bella con una retrocessione non è stato bello, mi ci è voluto un po’ per riprendermi. Volevo lasciare un bel ricordo, ma sono stati anni belli a livello personale perché sono riuscito a giocare, ma dall’altra parte i risultati hanno lasciato l’amaro in bocca. Di certo però non cancello i miei 23 anni di carriera per quest’ultimo mese, la voglio vivere con serenità e sono grato a tutte le piazze in cui sono stato”.

 

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