Sassuolo–Lazio, terminata 0-2 in favore dei biancocelesti, ha evidenziato, ancora una volta, le difficoltà, alle quali la squadra di Dionisi sta andando incontro, in questo inizio di stagione tutt’altro che positivo.
Eppure andando ad analizzare le statistiche della partita la squadra di Maurizio Sarri non avrebbe avuto il totale predominio del campo.
Di fatto, i tiri in porta della squadra capitolina ammontano a 16 con 3 parate decisive di Andrea Consigli.
Le reti, però, di Felipe Anderson e Luis Alberto arrivano da errori individuali, macroscopici, in fase di possesso dei neroverdi.
La formazione di Dionisi arriva al tiro 9 volte nell’arco dei 95 minuti di gioco.
Sono solo due le conclusioni che arrivano tra le braccia di Provedel, che blocca sempre in totale sicurezza.
Vince, seppur di poco, il possesso palla del Sassuolo (51-49 in percentuale) sempre molto sterile ed inconcludente, ma soprattutto per lunghi tratti della gara, effettuato davanti alla propria area di rigore.
Il rischio, ovviamente corso e sempre dietro l’angolo, di regalare occasioni da rete al terminale offensivo laziale.
Sette, invece, i calci d’angolo per la Lazio contro i cinque del Sassuolo.
Ma mentre per i primi arrivano pericoli, con un palo colpito, per i secondi i più terminano tra le braccia di Provedel, oppure vengono sfruttati, malamente, con tentativi di schemi sempre respinti prontamente dal pacchetto difensivo biancoceleste.
La Lazio appare più fluida nella manovra, avvolgente sulle corsie laterali, ma in termini di incisività svolge il minimo sforzo ottenendo il massimo risultato.
Morale della gara: il Sassuolo non scende in campo, ma dimostra che ai punti non ha meritato la sconfitta in maniera schiacciante.
Chissà se, senza quelle sbavature di Boloca e Ruan Tressoldi, la gara sarebbe potuta finire diversamente.