La nuova manovra finanziaria ha portato a delle modifiche che riguardano anche il discusso Decreto Crescita, ma i calciatori ne sono esenti.
Errata, dunque, l’indiscrezione riportata nella giornata di ieri che affermava che il sistema calcio non avrebbe più potuto usufruire del Decreto Crescita per tesserare giocatori e allenatori provenienti.
La convinzione, che anche lo sport sarebbe entrato nelle modifiche decise dal governo ha provocato un blackout a livello mediatico.
Le Federazioni hanno preso atto della puntualizzazione contenuta nel provvedimento governativo: “Invariate le disposizioni per i ricercatori, professori universitari e lavoratori dello sport già previste“.
Sorridono i club da un lato, ma “piange” dall’altro l’AIC, come dimostrano le parole del presidente Umberto Calcagno: “È l’ennesima occasione persa dalla politica per fare il bene della Nazionale.
Come è possibile parlare di problemi dei vivai nazionali e della missione di Serie B e C per i giovani italiani quando abbiamo un tappo di questo tipo e un’agevolazione così marcata?
Il risultato è che il minutaggio dei selezionabili per le nazionali azzurre in Serie A è inferiore al 30%. Sale l’utilizzo degli Under 21, ma sono stranieri.
Tutti i discorsi sulla valorizzazione dei nostri settori giovanili sono inutili se non si incide su questa norma”.
Dichiarazioni forti, dirette, volte a un problema evidente del nostro calcio e, per il quale si accendono dibattiti molto spesso effimeri e fugaci, vista la mancanza di una soluzione effettiva alla complicazione posta.