Paolo Condò, noto giornalista e redattore de La Repubblica, si è soffermato sul rendimento di Domenico Berardi e del Sassuolo.
Entrambi grandi protagonisti dello scorso turno infrasettimanale.
Di seguito riportate le parole del quotidiano: “Nel corso della sua lunga e onorata carriera Arjen Robben ha segnato 255 gol.
Buona parte dei quali in un modo che è diventato una griffe: sinistro dal limite a rientrare sul palo lontano.
Con la rete che è costata all’Inter la prima sconfitta stagionale – un sinistro dal limite a rientrare sul palo lontano – Domenico Berardi è salito a quota 147.
Considerato che non ha ancora 30 anni è possibile che a fine carriera i suoi numeri risultino perfino migliori di quelli del modello originale.
Con una differenza non lieve. Robben arcuava il suo magico sinistro al Bayern dopo averlo sviluppato nel Chelsea e nel Real Madrid. Berardi continua a farlo al Sassuolo.
Il Sassuolo in Serie A è un’invenzione di Giorgio Squinzi, il signor Mapei, che dirigenti capaci come Giovanni Carnevali mantengono in linea di galleggiamento anche dopo la scomparsa del patron.
Berardi è da sempre stella e simbolo della squadra.
Ha avuto allenatori di qualità come Di Francesco, De Zerbi e ora Dionisi, così come compagni di talento Locatelli, Raspadori, Frattesi e una quantità di offerte inevase”.
“Fino a un certo punto ha detto no lui (alla Juve, tra l’altro) perché preferiva la vita in provincia.
Vinto un Europeo da protagonista, Domenico si è chiesto se non valesse la pena farsi forza e lasciare l’Emilia per un club metropolitano.
A quel punto è stato il Sassuolo a bloccarlo chiedendo cifre congrue – Berardi è il miglior attaccante italiano con Chiesa – ma elevate per il nostro mercato.
Negli ultimi due anni l’ha chiesto Pioli per il Milan, l’ha proposto Mourinho alla Roma, l’ha indicato Sarri per la Lazio, ci ha provato la Fiorentina, l’ha trattato con un’offerta seria l’Atalanta.
In agosto si è rifatta viva la Juve, ma senza i denari necessari: vedremo in gennaio.
In attesa di potersi testare ad alto livello – fino a quando non succede in molti continueranno a ritenerlo un fenomeno di provincia – Berardi imperversa.
Sabato ha battuto la Juve, mercoledì ha sconfitto l’Inter a San Siro, entrambe le volte con gol alla Robben.
Quando sta così bene si muove come una tigre nell’arena.
Colpisce sostenuto da una squadra che con Dionisi ha battuto Juve e Milan l’anno scorso e tutte e tre due anni fa.
Se trova spazi nei quali lanciarsi, il Sassuolo a volte è irresistibile.
L’Inter ha pagato pegno nel momento in cui stava spiccando il volo.
Non si può dire che Inzaghi abbia sottovalutato l’impegno perché del trittico Empoli–Sassuolo–Salernitana in otto giorni è stata questa la gara in cui ha schierato i titolari (stanchi)”.