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Gianni Balzarini a ForzaSassuolo: “Il Sassuolo può mettere in difficoltà la Juventus”

Gianni Balzarini, noto giornalista di SportMediaset, ha presentato il match della Juventus contro il Sassuolo

Gianni Balzarini, noto giornalista di SportMediaset, è stato ospite in esclusiva ai nostri microfoni, per presentare la prossima sfida che vedrà a confronto il Sassuolo di Alessio Dionisi e la Juventus di Massimiliano Allegri.

Ecco le sue parole, riportate di seguito.

Partiamo da un tema molto caldo, le condizioni di McKennie e Rabiot?

“A quanto mi risulta sono recuperati entrambi, ma molto dipenderà dalla seduta pomeridiana in fase di svolgimento.

Dovrebbero comunque partire con la squadra per la gara di domani”.

Qual è il morale della squadra in questi giorni di preparazione alla sfida contro il Sassuolo?

“In questo momento l’umore è talmente alto, che Allegri questa mattina in conferenza è dovuto intervenire, parlando di eccesso di euforia.

C’è un confine tra euforia e la felicità, la felicità va bene per la Juventus ma diventando euforici il rischio è quello di estremizzare il momento positivo della squadra.

Chiaro che Allegri abbia fatto l’appello a tutto l’ambiente, che potrebbe condizionare l’andamento della squadra.

In questo momento è più che necessario che la Juve resti con i piedi per terra, perché 4 partite non risolvono tutti i problemi della squadra, sia tecnici che tattici, ma specialmente della società, sotto il profilo economico.

La partita va giocata come se fosse la prima e a maggior ragione il test di domani diventa importantissimo”.

Parlando di morale e di test, è doveroso ricordare che il Sassuolo ha messo in difficoltà la Juventus nelle passate stagioni, ma domani che partita dobbiamo aspettarci?

“Io ricordo quella dell’anno scorso a Reggio Emilia, gara che il Sassuolo ha vinto con netto merito.

Ma Sassuolo segnò una tappa fondamentale anche nella stagione 15-16, dove la Juve perse l’ultima partita prima di realizzare una striscia di 24 vittorie su 25 gare disponibili.

Sassuolo ha sempre rappresentato uno snodo importante nel cammino della Juventus.

Bisogna togliersi dalla testa che la Juventus vada a Reggio Emilia a farsi la passeggiata”.

Opinione sul Sassuolo? Può mettere in difficoltà la Juventus?

“La squadra non sta molto bene, al momento, sotto il punto di vista dei risultati, ma si sa benissimo che qualsiasi squadra affronti la Juve, cerchi di regalarsi una serata indimenticabile, tirando fuori tutte le energie disponibili.

Il Sassuolo può mettere in difficoltà la Juventus. Andando al di là di certe banali affermazioni, nel nostro campionato di facile non esiste niente. In Italia sanno tutti giocare a pallone.

Una volta una grande andava a giocare contro le provinciali e dietro si portava il pallottoliere come si suol dire e, la provinciale cercava di limitare quantomeno i danni.

Adesso la storia è diversa perché tutti possono giocarsela alla pari, perché c’è molta più cultura calcistica.

Il Sassuolo non va certo a difendersi per mentalità quando gioca contro la Juve, né in casa né quando va all’Allianz Stadium.

Tutto salta e tutti i parametri su cui prima si fondavano le partite sono completamente ribaltati”.

Rimanendo in tema gara, qualche nome che potrebbe decidere la sfida di sabato?

“Fin troppo semplice dire che Berardi è sempre capace di fare cose importanti, è un giocatore di alto livello, che tra l’altro ambiva a fare il salto di qualità già in questa sessione estiva di mercato, approdando proprio alla Juventus.

Ecco forse in questo momento Berardi è un po’ in ritardo, perché dopo tanti anni ha capito che può misurarsi con realtà più blasonate, senza nulla togliere al Sassuolo.

È un giocatore sopra la media, ma dipende tutto dall’organizzazione della squadra, chiave tattica in cui Dionisi è molto abile.

Il tecnico neroverde ha continuato il lavoro che era stato programmato già anni addietro, prendendo d’esempio Di Francesco e, non è un caso che il Sassuolo sia in pianta stabile in Serie A ormai da tanti anni”.

Questione Berardi-Juventus? Perché non è ancora sbocciata la possibilità di realizzarsi in una grande realtà per il 10 del Sassuolo?

“Tanti anni fa quando sembrava fatta, fu proprio Berardi a rifiutare perché non si sentiva pronto per il grande salto.

Mancava solo la sua firma sul contratto, perché le due società avevano già raggiunto l’intesa definitiva, ma probabilmente era un po’ spaventato dall’idea di uscire dalla sua comfort-zone.

Da un lato il ragionamento di Berardi è stato ponderato, perché molti giovani si buttano a capofitto in una grande squadra non curandosi delle conseguenze, con il rischio di bruciarsi l’intera carriera.

Dall’altro lato però è stato una sorta di autogol perché nelle stagioni successive è stato poi blindato dal Sassuolo in tutto e per tutto, malgrado Berardi abbia poi provato a mettere la testa fuori dal guscio.

Il Sassuolo, onestamente, sembrava ben disposto questa volta a cedere il giocatore, ma le tempistiche hanno motivato il club a togliere il giocatore dal mercato, perché arrivando a ridosso della metà di agosto, non vi erano i tempi tecnici per trovare il sostituto adeguato di Domenico Berardi.

Ma vediamo cosa ci riserverà il mercato di gennaio”.

Restando in tema attaccanti, la coppia Vlahovic-Chiesa quanti gol può portare in campionato?

Vlahovic è un giocatore come minimo da doppia cifra, se sta bene come in questo periodo, può tornare sui livelli numerici di Firenze.

Quanto a Chiesa, Allegri stesso gli ha pronosticato 15-16 gol da seconda punta, perché gli ha praticamente ritagliato un nuovo ruolo, vero che agisce da seconda punta, ma in modo atipico perché svaria su tutto il fronte d’attacco, preferendo però sempre il lato sinistro del campo.

Chiesa sta bene, ha superato l’infortunio dell’anno scorso e sta riemergendo con una maturità in più e di questi tempi è meglio averlo in rosa piuttosto che averlo come avversario”.

Vlahovic e Chiesa su tutti sono stati determinanti in questo inizio di stagione, ma se dovessi dare un giudizio complessivo su queste prime giornate, che cosa diresti?

“La Juventus è una squadra in costruzione, ma si vedono già notevoli cambiamenti rispetto all’anno scorso, a partire dal fatto che si è abbassata la media dell’età e questo consente di chiedere ai giovani di correre, perché hanno voglia di dimostrare e fisicamente reggono di più il ritmo della gara, gli anziani un po’ meno.

È chiaro che la squadra deve correre con equilibrio, gestendo i momenti della gara e sapendo quando accelerare e quando decelerare.

Però mi sembra oggettivo, che la Juventus abbia già cambiato modo di approcciare la gara, proponendo un modo più aggressivo di affrontare la partita, giocando in velocità e, spesso a due tocchi.

Chiaramente se i due lì davanti stanno bene, parecchi problemi possono essere risolti”.

Su questo nuovo approccio di affrontare la gara, l’approdo di Magnanelli nello staff tecnico bianconero, ha inciso?

Sicuramente ha inciso. Un elemento nuovo può portare idee più innovative ma assicuro che Allegri, essendo uno molto pragmatico, ha capito per primo che c’era bisogno di un cambiamento e lo ha fatto sfruttando la possibilità di avere in rosa tanti giocatori giovani.

Da quel momento non solo è cambiato il modo di giocare ma è anche cambiato il tempo per cambiare modo di giocare.

Magnanelli sta lavorando probabilmente su altri concetti come la verticalizzazione, molto più presente nell’attuale sistema di gioco della Juventus, ma credo che l’errore iniziale sia stato attribuire all’ex neroverde il totale progresso del gioco bianconero.

Bisogna chiarire che è stato un rinnovamento approvato da tutto lo staff di Allegri e sul campo si vedono i risultati, che al momento sono buoni”.

L’assenza dalle coppe può essere decisiva per lottare per lo Scudetto?

È indubbiamente un grande vantaggio non partecipare alle coppe, malgrado questa sia stata una decisione extra-campo, perché si ha la possibilità di preparare al meglio una sola gara a settimana e, di prevenire infortuni, giocando chiaramente meno.

È sicuramente un aspetto positivo di quella situazione venutasi a creare per cause di forze maggiori, dato che sul campo la Juventus era arrivata terza in classifica.

Tutti sanno bene che la Juve può partecipare alla lotta per lo Scudetto, nonostante Allegri ribadisca sempre che è fondamentale rientrare nelle prime quattro perché la società necessita di tornare in Champions, per questioni prettamente economiche.

Ciò non toglie che la squadra abbia un’occasione grandissima e secondo me è doveroso che il gruppo arrivi a giocarsi lo Scudetto fino alle ultime giornate, il che non significa necessariamente vincerlo, ma tentare di farlo, perché occasioni di questo genere raramente ricapitano.

Il gruppo è maturato, credo anche che sia composto più da uomini che da giocatori, perché prendendo gli esempi di Rabiot, Danilo, Vlahovic e Szczesny si può comprendere quanto questi elementi siano attaccati alla maglia e abbiano apertamente dichiarato di non voler abbandonare la squadra nonostante l’assenza dalle coppe”.

Parlando di compattezza del gruppo, che sappiamo quanto sia importante avere, ai fini di vincere trofei, questa chiave sta mancando particolarmente in casa Sassuolo. Prendendo come riferimento Andrea Pinamonti, che nella passata stagione ha fatto davvero molta fatica, mentre quest’anno è già a quota 3 gol in quattro gare, può essere lui l’uomo giusto per mettere in difficoltà la retroguardia bianconera?

“L’anno scorso aveva reso al di sotto dell’aspettative, era stato pagato tanto, per una cifra intorno ai 20 milioni e forse questo ha un po’ pesato sulla sua condizione mentale, che si è poi riflessa sul campo.

Il fatto che però si sia già sbloccato in questo inizio di stagione dimostra come sia maturato e che le basi tecniche ci sono e, dunque, al momento, è sulla buona strada per fare una buona stagione.

Le sue doti non si discutono, sia fisiche che qualitative ed è un attaccante che può far male a chiunque, compresa la Juventus”.

Nel Sassuolo sono presenti tanti elementi di rilievo, considerando la completezza del parco attaccanti, dove credi possa arrivare la squadra di Dionisi?

“Tecnicamente il Sassuolo è composto da ottimi giocatori. Ad esempio uno come Defrel non ha bisogno di essere scoperto, ha deciso la sfida dell’anno scorso, seppur su assist involontario di Fagioli (ride, ndr).

Io credo che questa sia solo una fase, non posso pensare che il Sassuolo si limiti a lottare per la salvezza, con il rischio della retrocessione.

Momenti di difficoltà iniziale possono capitare, ma poi è una squadra che sa coniugare doti tecniche a organizzazione, tenendo conto della bravura di Alessio Dionisi.

Il Sassuolo alla lunga verrà fuori e credo che non debba preoccuparsi di lottare per non retrocedere, poi chiaramente non bisogna mai sfociare nell’arroganza o nella presunzione, bisogna essere sempre prudenti e mai farsi prendere dagli eccessi di autostima.

Visto così sulla carta, il Sassuolo non penso possa avere problemi, ma il motto deve essere sempre quello di pensare a pedalare dimostrando il proprio valore sul campo”.

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