Il ritorno in Serie A del Sassuolo, dopo un solo anno, porta sopratutto il nome di Fabio Grosso.
Lui che aveva lasciato Frosinone dopo averlo riportato nella massima serie, lui che aveva accettato la sfida di salvare il Lione, rimettendoci quasi la vita, lui che ha accettato di risollevare un club dalle proprie macerie. Sfida accettata e ampiamente vinta.
C’è troppo dietro questa promozione per non essere raccontato. Comincia tutto la scorsa estate, dove tra sorrisi, impegno e urla, il Sassuolo prepara una stagione tortuosa, difficile e piena di insidie, ritornando a disputare una Serie BKT dopo 11 anni di “assenza”.
Cammino difficile, la squadra non decolla, anzi collassa in casa contro la Cremonese prendendo 4 gol, ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. Da quel momento in poi 14 risultati utili (12 vittorie e 2 pareggi, ndr), scalata verso la vetta e podio conquistato.
Arriva un altro momento duro, le sconfitte contro le inseguitrici Pisa e Spezia, due bocconi amari difficili da digerire; dopo la sonora sconfitta in Coppa Italia contro il Milan i neroverdi si ridimensionano, almeno nella fluidità di gioco.
Altro cambiamento: ritroviamo prima la solidità difensiva e poi torneremo a giocare da grande squadra; detto fatto e arrivano 15 risultati utili su 18 gare e via alla corsa verso la gloria.
Rosa rivalutata, attacco in forma smagliante (73 gol segnati, con Laurienté a quota 15, ndr) e bunker ritrovato.
C’è questo e ancora di più nella vittoria di tutto il Sassuolo e del Sassuolo come popolo: è la vittoria del sacrificio, del rispetto dell’avversario, dell’umiltà, del silenzio di chi sa da dove è partito e non vuole rovinare nulla. Adesso è festa, adesso è tempo di conferme e di programmazione. La Serie A Enilive 2025-2026 riaccoglierà i neroverdi, che avranno l’obiettivo e la volontà di non abbandonare più questa categoria.