Nell’approfondimento della Gazzetta dello Sport, inerente alla sconfitta contro il Palermo, si sottolinea un atteggiamento poco presente e ‘cazzuto’ di Domenico Berardi e Armand Laurienté, impalpabili (così come Volpato, ndr) nell’arco di tutti i 90′.
LA SUPREMAZIA ROSANERO – “Scaccomatto alla capolista e festa rinviata. Il Palermo si è abbattuto sul Sassuolo con una veemenza inaudita: cinque gol alla formazione di Grosso, finora, non era riusciti a farli nessuno. Ma se hai Pohjanpalo in stato di grazia allora tutto è possibile. Il finlandese ha trascinato i rosanero con una tripletta da sogno (con dedica alla figlia nel giorno del suo primo compleanno), trasformando in oro due corner e piazzando un gol da centravanti di razza pura. Il tutto al netto di un autogol praticamente procurato e un appoggio “sporco” per la rete di Segre“.
FESTA RIMANDATA – “Il Sassuolo, in teoria, ha sprecato il primo match point per la Serie A, anche se la vittoria dello Spezia sulla Sampdoria avrebbe vanificato tutto. Gli emiliani hanno pagato un approccio molto sufficiente fin dal fischio d’inizio, per poi svegliarsi sul 4-0, creando molta apprensione ai padroni di casa che, come al solito, non hanno mancato di rimettere in gioco un avversario con una vittoria in pugno. Per fortuna i tre gol incassati non hanno prodotto effetti negativi“.
BERARDI E LAURIENTE’, MA ANCHE LA DIFESA – “Il Sassuolo, invece, per chiudere la pratica promozione dovrà ritrovare lo smalto dei suoi uomini di maggiore caratura, come Berardi e Laurienté, apparsi svogliati e leziosi, soprattutto dovrà limare i limiti difensivi sui calci da fermo“.