Romagna: “Si sta bene al primo posto, con De Zerbi anni fantastici”

Le dichiarazioni di Filippo Romagna, difensore del Sassuolo, sul momento della squadra e su diverse vicende relative al suo passato

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Il difensore del Sassuolo Filippo Romagna è stato protagonista di una lunga intervista in cui ha parlato di tantissimi temi, a partire dal momento dei neroverdi. Da quando il numero 19 è tornato a disposizione di mister Grosso, gli emiliani hanno tenuto la porta inviolata per ben cinque partite consecutive, striscia che mancava proprio dall’infortunio di Romagna contro la Reggiana.

PRIMO POSTO. “Si sta bene al primo posto, speriamo di rimanerci il più possibile. Dobbiamo lavorare bene in settimana, tenere questo livello sapendo che ogni partita sarà sempre più difficile”.

INFORTUNIO CONTRO LA REGGIANA. “Ero partito bene, con continuità dopo anni un po’ così. Ho avuto uno stop ma sono rientrato bene, abbiamo lavorato bene e ora mi sento a posto. Spero di dare il mio contributo fino alla fine”.

PUNTO DI FORZA. “Sicuramente la qualità della squadra, quello lo sanno tutti, ma anche il lavoro settimanale è uno dei segreti. Anche chi ha meno minuti tiene alto il livello degli allenamenti, grazie a questo chi va in campo riesce a dare il meglio”.

ROMAGNA SULLA ROSA. “Credo che quest’anno ci sia un giusto mix tra giovani forti e promettenti e ragazzi con più esperienza, che hanno giocato in palcoscenici importanti, che possono aiutare a crescere tutti i ragazzi. Siamo fortunati ad avere questi giocatori, ce li teniamo stretti e dobbiamo essere bravi a rubare sempre qualcosa da loro“.

JUVENTUS. “Avevo 14 anni, e in un primo momento avevo rifiutato perché ero molto attaccato alla mia famiglia e alla mia città. Però poi ho capito che non aveva senso procastinare tutto, i primi mesi sono stati difficili ed ero tutto il giorno al telefono con la mia famiglia. Io volevo fare il calciatore, avevo questo obiettivo e ho sempre cercato di fare del mio meglio. Quegli anni lì mi hanno fatto crescere tanto dal punto di vista umano e anche calcistico, perché crescere nella Juve è come essere all’università del calcio. Diciamo che ci sono state tante persone e tanti giocatori da cui rubare qualcosina. I cinque giocatori che più mi hanno catturato di più sono Pirlo, il mio idolo da ragazzino, Buffon, Tevez, Chiellini per mentalità e a pari merito Pogba e Douglas Costa, uno per fisicità per qualità e l’altro per rapidità. Tevez è il più complicato da marcare”.

GROSSO. “Io in quel torneo di Viareggio del 2016 non c’ero perché ero in Nazionale, però io sono stato con lui due anni. Ci conosciamo da tanti anni ed è stato bello rivedersi dopo un lungo periodo”.

DE ZERBI. “Mi ha dato tantissimo, ho un debole per lui, è una persona fantastica e un allenatore super. Quando ero a Cagliari, aveva chiamato il mio procuratore e l’idea di essere allenato da De Zerbi ha inciso tantissimo sulla mia scelta. Mi ha preso e mi ha cambiato, sono stati anni fantastici quelli con lui e lo ringrazierò sempre“.

GRAVE INFORTUNIO. “Nel momento migliore della mia carriera è arrivato un grosso infortunio, ma la mia fortuna è stata trovare questa società e avere persone giuste accanto, che mi hanno dato una mano a livello mentale. Sono stato bravo però in tanti momenti ho avuto bisogno di loro, perché sono stati anni molto difficili. Ogni tanto ci penso a come sarebbe andata, ma ci sono stati tanti momenti in cui il mio corpo mi faceva capire che l’unica strada era smettere”.

Fonte: Potrero Podcast

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