“Il Sassuolo è l’unica squadra di B con giocatori da Serie A e che l’anno scorso facevano la differenza anche nella categoria superiore”, queste sono state le parole di Alessio Dionisi al termine del match vinto contro lo Spezia. L’ex tecnico del Sassuolo ha fatto un favore ai neroverdi, battendo gli aquilotti per 2-0, ma nel post-partita ha rilasciato questa dichiarazione discutibile. Lo abbiamo detto più e più volte e sono stati TANTISSIMI gli allenatori, gli opinionisti e i calciatori che hanno confermato che la rosa del Sassuolo non c’entra niente con la Serie B. Probabilmente è vero, perché nessuna squadra di B può contare su giocatori come Laurienté, Berardi, Thorstvedt, Moldovan e tanti altri, ma se il Sassuolo non è in Serie A un motivo c’è.
I MOTIVI DELLA RETROCESSIONE
I motivi sono tanti: il mercato di gennaio sbagliato, l’infortunio di Berardi, il fatto di essere poco abituati a lottare per non retrocedere. Ma poi ce n’è un altro e che per forza di cose deve riguardare l’allenatore. Ballardini ha allenato i neroverdi per 10 partite, a detta sua troppo poche per lasciare il segno, anche se il crollo dopo il successo contro il Frosinone è stato netto. Ma prima di lui, nelle 28 partite precedenti chi c’era? Ah sì, Alessio Dionisi, colui che sa benissimo che il Sassuolo ha giocatori da Serie A, che fanno la differenza anche nella categoria superiore. E allora la domanda sorge spontanea: come mai i neroverdi sono in Serie B, se i suoi giocatori sono da campionato superiore? È vero, ci sono dei giocatori che sono di livello altissimo a Sassuolo che, va detto, è stato bravo a rifiutare tutte le offerte in estate per tenerli, e allora la risposta sembra lampante. Se secondo qualcuno i giocatori neroverdi facevano la differenza anche in Serie A, allora forse bisognerebbe aprire un ampio discorso su quel qualcuno…