Il Sassuolo significa da sempre, soprattutto da Roberto De Zerbi in poi, bel gioco. La passata stagione è stata diversa, ma quest’anno Fabio Grosso ha riportato i neroverdi in alto in classifica, seppur in Serie B, offrendo prestazioni di un certo livello. La stagione del Sassuolo, fino a questo momento, si può dividere in tre parti: la prima è fatta da partite vinte con un gol di vantaggio e altre pareggiate per errori grossolani (vedasi il rosso di Lovato a Bari e il rigore sbagliato da Laurienté a Catanzaro). La seconda è quella migliore, arrivata dopo la sconfitta per 4-1 contro la Cremonese, con il Sassuolo che domina, capace di segnare a raffica (6-1 con il Cittadella e 5-2 a Brescia). La terza invece è un mix tra la prima e la seconda, perché è una squadra che segna meno, ma comunque imbattuto e spesso capace di portare a casa in tre punti (tranne contro la Juve Stabia).
LA BELLEZZA NON SERVE A NIENTE
Le ultime due partite sono l’emblema della fase 3: 1-0 con il Mantova, grazie a un rigore di Berardi, e 1-0 con il Sudtirol, con gol di Laurienté, complice l’aiuto di Drago. In Serie B partite del genere si possono perdere, ma il Sassuolo è maturo e, vista la grande esperienza di alcuni interpreti, sa leggere i momenti della partita. Grosso ha capito, probabilmente, che non sempre i neroverdi devono essere belli in campo, soprattutto in un campionato come questo. A Bolzano il Sassuolo non ha mai dato l’impressione di essere superiore, perché il giropalla è spesso apparso molto sterile e il Sudtirol ha creato maggiori occasioni da gol. Alla fine però a vincerla è stato il Sassuolo, che nel finale forse poteva chiuderla. Satalino ha fatto ancora il protagonista e la squadra, grazie a una difesa ancora una volta positiva, ha mantenuto il vantaggio, portando a casa i tre punti. Mi sento di dire dunque che, in un campionato come la Serie B, la bellezza serve a poco, se manca la concretezza. Il Sassuolo si è calato bene nella parte e dopo la sosta può cominciare l’inseguimento al Pisa.