L’ex attaccante del Sassuolo Giacomo Raspadori è tornato a parlare dei suoi inizi in maglia neroverde. Tanti sacrifici e sforzi, che lo hanno portato fino in Nazionale, dove si prepara ad essere tra i protagonisti di Euro 2024.
INIZI A SASSUOLO. “Quando avevo 10 e mezzo o 11 anni mi sono trasferito al Sassuolo. Mio fratello giocava lì già da un anno, così abbiamo deciso che avrei seguito il suo stesso percorso. Siamo stati insieme per molti anni. Mio nonno o mia mamma ci portavano lì con un minibus. C’erano anche altri ragazzi del Bologna che giocavano nel Sassuolo, così grazie alla disponibilità di mia mamma ne hanno organizzato uno. Mia mamma lavorava part-time all’epoca e mio nonno era già in pensione. Cosa facevo coi miei fratelli? A parte giocare a calcio. Qualunque cosa. Eravamo sempre insieme. Abbiamo fatto tutto insieme. Praticavamo tutti i tipi di sport. Non ci siamo mai limitati al calcio. La nostra più grande rivalità era probabilmente nel ping pong. Sì probabilmente. Con il ping pong a volte arrivavamo quasi alle mani”.
AMBIZIONE VERSO IL SUCCESSO. “Ad essere onesti, sono molto ambizioso, ma spero di non essere mai apparso pretenzioso nel pensare che non avrei mai potuto fallire, ma sentivo dentro, tornando a quello che ho detto prima, che forse la mia passione era così forte che non avrei mai pensato di poter fallire. Penso che sia stato qualcosa dentro di me e nella mia forza che mi ha fatto superare i momenti difficili in cui le cose non funzionavano, come un brutto allenamento, ma che mi ha sempre dato la convinzione e la consapevolezza che queste cose accadono lungo il percorso, ma ciò non significa che non puoi avere successo. Ho sempre avuto quella convinzione interna che avrei avuto successo. Penso che sia chiaro che sia così”.
Fonte: Drive&Talk