Un reparto figlio di tante defezioni nel corso di tutta la prima parte di stagione. Poco il tempo a disposizione dei titolari per trovare l’intesa giusta ed entrare pienamente in sintonia. Vediamo più nel dettaglio come hanno reso i centrocampisti del Sassuolo, dalla sorpresa altalenante Boloca, all’anonimo Racic.
Matheus Henrique: Luce in fondo al tunnel. Rallentato da diversi stop muscolari, l’asso brasiliano, quando chiamato in causa, ha sempre dato lustro e sfoggio alle proprie qualità e abilità. Senza il suo apporto il Sassuolo sarebbe totalmente perso è lui il faro del centrocampo neroverde, in questa stagione molto complessa. Voto 7
Daniel Boloca: Mago a fasi alterne. In campo sembra volteggiare con il pallone tra i piedi, lui non corre, ma vola sui prati di Serie A, con un andamento docile ed elegante, come se fosse sempre ad una festa di Gala. Sfortunato in alcune situazioni, sotto il profilo fisico, ingenuo in altre circostanze, sotto il profilo del gioco, ma l’età è tutta dalla sua parte e tempo per brillare ce ne sarà a sufficienza. Voto 6,5
Kristian Thorstvedt: Il vichingo norvegese. Voglia, rabbia e determinazione. Queste le tre caratteristiche chiave messe in campo dal numero 42 neroverde, autore di 3 reti, due delle quali importantissime (contro la Salernitana, ndr). Non ha ancora giocato con continuità nel suo ruolo naturale (quello di mezz’ala, ndr) complici le tante assenze che si sono susseguite nel corso della stagione, ma quando è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente e, dove non arrivava con la qualità ci è arrivato con la grinta. Voto 6,5
Cristian Volpato: Meteora. Di talento ne ha da vendere, ma senza continuità è difficile mostrare il proprio valore sul campo. Profilo molto giovane, ma promettente, in ogni suo ingresso in campo ha dato linfa vitale al gioco del Sassuolo, con dribbling ubriacanti e giocate d’alta classe. In questa seconda parte l’augurio è quello di veder sbocciare il trequartista ex Roma, che scalpita e ha voglia di essere determinante. Voto 6
Luca Lipani: Prospetto per il futuro. Arrivato dal Genoa per completare il centrocampo, il classe 2005 ha avuto poche occasioni per trovare minutaggio e prestazioni all’altezza. Visione di gioco, ordine e compostezza, le sue principali qualità, con la mancanza netta di esplosività e nel calcio moderno il suo ruolo designato potrebbe essere quello del regista, posizione non utilizzata da Dionisi in questa stagione. Vista la tenera età i margini di miglioramento sono ampi, ma bisognerà puntare sulle sue caratteristiche per vederlo sbocciare. Voto 6
Nedim Bajrami: Astro discendente. Sarebbe dovuto essere l’uomo chiave per Alessio Dionisi, ma così non è stato. Fiducia ad inizio stagione, regredita con il passare dei mesi, dove il fantasista di origine albanese ha visto scalare drasticamente nelle gerarchie dei titolari, complice un rendimento poco sostanzioso e qualitativo, sia sotto il profilo tecnico che tattico. Se vuole tornare a brillare come ai tempi di Empoli, bisognerà necessariamente invertire la rotta. Voto 5
Uros Racic: Predicatore nel deserto. Mai entrato a pieno nei meccanismi di Dionisi, spesso molto lento, impacciato e goffo. Di giocate da centrocampista vero se ne vedono veramente di rado, ma proprio quando sembrava aver cominciato a capire come giocare nella sua posizione ecco che arriva l’infortunio, che lo tiene lontano dai campi, ormai, da diverso tempo. Voto 4,5
Pedro Obiang: Non pervenuto. Impossibile giudicare il valore di un giocatore out da mesi per infortunio, con pochissimi minuti in campo e con le scarpette, ormai, sempre più vicine all’essere appese al chiodo. S.V.
